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Interazioni: gli elementi intorno a noi

Interazioni: gli elementi intorno a noi” è il titolo della mostra fotografica promossa dall’Associazione culturale AtomicaNoGrazie e dal Comune di Chiusa Sclafani,  inserita nel programma delle manifestazioni in occasione della tradizionale Sagra della Ciliegia in programma l’8 e il 9 giugno.

Nuova immagineIn mostra quaranta scatti della giornalista e fotografa Mariangela Albano, su “azioni e interazioni tra elementi primordiali e realtà contemporanea”. L’esposizione presso la Badia Monumentale di Chiusa Sclafani sarà visitabile fino al 30 giugno ed è curata da Gisella Cangemi. Il percorso è suddiviso in otto pannelli ciascuno per ogni elemento preso in considerazione: acqua, terra, fuoco, vento, legno, terra, metallo, pietra. “Oggi, l’essere umano è talmente abituato a vivere ‘di’ e ‘con’ gli elementi, da aver perduto la capacità di riconoscere come e quanto essi influenzino la nostra quotidianità – spiega la curatrice – dovunque posiamo lo sguardo, possiamo riconoscere il prodotto dell’azione o dell’interazione di uno o più elementi, utilizzati ‘puri’ o trasformati e manipolati per rispondere alle nuove esigenze del progresso”. Gli scatti di Mariangela Albano rappresentano un viaggio costruito su sguardi gettati qua e là senza alcuna intenzione esplorativa, ma capaci di catturare e sospendere nel tempo l’immagine dell’azione o dell’interazione degli elementi.

NOTE D’AUTORE

Mariangela Albano nasce in Germania ventotto anni fa in una cittadella posta al confine con i Paesi Bassi e da allora non ha mai smesso di viaggiare. Figlia di emigrati siciliani ha appreso moltissimo sulla “sicilitudine”, su quella nostalgia della terra natía e su quel consapevole senso di insularità che contraddistingue i Siciliani. Sin dall’inizio è stata abituata a relazionarsi con il gruppo degli emigrati italiani locali, con i vicini di casa turchi, con gli amici di famiglia polacchi e con i colleghi tedeschi del padre. La scelta della madre di tornare in Italia le è sembrata un arduo esodo. Dopo le prime difficoltà di tipo linguistico, ha iniziato ad avere un atteggiamento di natura esplorativa che le ha dato la possibilità di conoscere meglio la realtà in cui era stata improvvisamente trapiantata e la polifonica presenza della rete sociale. Ad aiutarla in questo percorso sono stati i nonni materni che le hanno mostrato una realtà rurale in cui il contatto con la natura nasceva dalla laboriosa attività stagionale. È qui che ha cominciato a percepire il tempo ciclico della natura e a meravigliarsi, attraverso gli occhi del nonno, dei tropismi improvvisi e lenti dei ciliegi e dei vigneti. Appassionata alla lettura ha cominciato a nutrirsi per anni dei libri di una biblioteca locale e continua a studiare ancora oggi. Per lei la cultura in ogni sua forma, è essenziale alla sopravvivenza dell’individuo in quanto consente di sperimentare l’immaginazione e di comprimerla nell’arte. A far nascere la passione per la fotografia sono stati il padre e un prozio materno che era sempre intento a catturare immagini di paesaggi. Fotografare ha implicato per lei una scelta gnoseologica dal momento che ha voluto sempre fornire agli altri una visione personale della realtà. Di conseguenza, guardare il mondo diventa “vedere fotografie”, scoprire realtà dissimili e indagare sugli aspetti che costituiscono un percorso identitario. Lei stessa ha dovuto faticare nel tentativo di levigare quei tratti della propria identità che non riuscivano ad amalgamarsi gli uni con gli altri. Realtà che mal si conciliavano sono diventate sostanza di una sua più matura riflessione sull’individuo che è sfociata sia nell’attività fotografica, sia nella scrittura giornalistica, saggistica e creativa. In tale direzione, un contributo decisivo è stato dato dall’incontro con alcuni linguisti, semiologi e antropologi che ha fatto maturare in lei alcune considerazioni sullo spazio, sul linguaggio e sull’interazione uomo-spazio. Inoltre, a partire da una riflessione sulla filosofia orientale ha basato la sua ricerca sul mutamento incessante a cui sono soggetti gli individui e gli oggetti. Sono queste le questioni fondamentali che l’accompagnano nei suoi viaggi in Europa, Africa e Stati Uniti. Luoghi visitati, nella maggior parte dei casi, per via del lavoro e che le hanno permesso, inizialmente, di confrontarsi con culture diverse e, successivamente, di riuscire a parlare il loro linguaggio. La sua fotografia si carica di molteplici interrogativi; stimola il fruitore a porsi in uno spazio e un tempo finiti e impone una brusca prospettiva espressionista.

 

 
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