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Il Trio Artè al Teatro Politeama

Martedì 21 novembre a Palermo presso il Politeama Garibaldi, alle ore  21.15 per la stagione concertistica degli Amici della Musica è previsto il concerto del Trio Artè composto da: Mirko D’Anna , Giorgio Garofalo e Valentina Casesa .

 Il gruppo presenterà al pubblico  un programma che include, oltre a famose pagine di Mozart e di Mendelssohn, anche le opere di due compositori del nostro tempo:  il “maestro” Eliodoro Sollima e il suo allievo Marco Betta, che ha scritto scritto per il Trio Artè un nuovo brano dal titolo Strada bianca

Costi biglietti: intero € 20 / ridotto € 15 / anfiteatro € 10

I biglietti sono in vendita al botteghino del Politeama Garibaldi a partire da un’ora prima dell’inizio dei concerti.

NOTE D’AUTORE

Il Trio Arté è stato costituito nel 2007 da tre giovani musicisti siciliani, diplomati  presso il Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo. In seguito l’ensemble ha seguito i corsi tenuti dal Trio di Trieste all’Accademia Chigiana di Siena (dove ha ottenuto il Diploma di merito e la Borsa di studio “Emma Contestabile”) e presso la Scuola Superiore di Musica da Camera di Duino. Attualmente, prosegue nel suo percorso di perfezionamento al fianco di artisti come Enrico Bronzi, Dario De Rosa, Maureen Jones e Renato Zanettovich. Oltre ad avere vinto alcuni importanti concorsi di musica da camera (fra cui il Primo premio del Concorso Nazionale di Caccamo), il Trio Arté è stato invitato, tra l’altro, a prendere parte alle Stagioni concertistiche dell’Accademia Chigiana (a Palazzo Chighi-Saracini), dell’Accademia del Trio di Trieste (al Museo Revoltella e nella Sala del Trono del Castello di Miramare) e dell’Auditorium della Sede regionale della RAI di Palermo. Hanno debuttato alcuni mesi fa nell’ambito “Progetto Scuola” degli Amici della Musica.

Marco Betta (allievo di Sollima) ha scritto la sua Strada bianca (2011) per il Trio Artè, al quale è dedicata. Come affema l’autore, il brano “è una sorta di diario che racchiude frammenti e resoconti sonori prodotti dall’inizio della mia esplorazione nel mondo della composizione sino ad oggi; il titolo è un riflesso di questo percorso che considero una strada aperta, alludendo proprio al mio percorso personale, ma anche a quelli che ho incrociato. Mi è sempre piaciuta l’idea di potere raccontare con la mia musica periodi diversi, aspirazioni, visioni e sogni; di tracciare appunti che fermano istanti, di collegare frammenti di vita che diventano figure sonore. L’opera è tripartita e fin dall’inizio emergono fantasmi di antichi canti popolari siciliani ricostruiti liberamente: una memoria antica che affiora e si accende e spegne su strutture sonore e figure della musica del nostro tempo. A tratti ogni cosa si sovrappone come in un vortice. Al termine affiora un piccolo Requiem, un canto popolare anch’esso ricostruito dalla memoria”.

 
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