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Xu Zhong al Politeama

Al Politeama Garibaldi, per gli Amici della Musica di Palermo, il 12 e 13 marzo sul palco l’Orchestra del Teatro Massimo “Vincenzo Bellini” di Catania e Xu Zhong direttore e solista.Musiche di Mozart, Wagner e Strauss.

Il pianista e direttore d’orchestra cinese Xu Zhong debutta a Palermo con l’Orchestra del Teatro Massimo “Vincenzo Bellini”.

Ecco il programma in dettaglio:

Mozart, Concerto in mi bemolle maggiore Kv. 271 “Jeunehomme”

Wagner, Lohengrin: Preludio atto I

R. Strauss, Macbeth. Poema sinfonico op. 23 / Suite da “Il Cavaliere della rosa” op. 59

Il Concerto in mi bemolle maggiore Kv. 271 è una delle pagine più importanti e innovative dell’intero catalogo mozartiano. Composto a Salisburgo tra la fine del 1776 e i primi giorni dell’anno successivo, il Concerto è dedicato a una misteriosa pianista francese, “Mademoiselle Jeunhomme”. Da un punto di vista formale, l’opera si caratterizza per l’estrema originalità della soluzioni compositive (a partire dall’inconsueta presenza del pianoforte fin dalle prime battute del magnifico “Allegro” iniziale), ma soprattutto per le dimensioni e il vasto respiro sinfonico. Da un punto di vista espressivo, il Concerto si configura invece come un’opera addirittura profetica, che Alfred Einstein ha definito “L’Eroica di Mozart” e in cui l’autore, appena ventunenne, intravede al di là dell’orizzonte classicista il sopraggiungere di tensioni e passioni tipicamente romantiche. Non a caso, il lungo e desolato “Andantino” è stato descritto da Messiaen come “una meditazione sulla morte, fedele compagna delle serate mozartiane”. Il “Rondò” conclusivo è invece una pagina virtuosistica e, almeno in apparenza, assai più spensierata: ad un tratto però il flusso delle note si interrompe e il “Presto” lascia il campo a un fugace “Minuetto” in la bemolle maggiore, seguito da quattro variazioni. Insieme con L’Olandese volante (1839-41) e Tannhäuser (1843-45), l’opera in tre atti Lohengrin è il capolavoro giovanile di Wagner e, in senso assoluto, una della massime testimonianze del Romanticismo tedesco. L’opera fu diretta per la prima volta da Franz Liszt al Teatro di Corte di Weimar nel 1850, mentre l’autore, condannato per avere preso parte ai moti del 1848, si trovava in esilio in Svizzera. Il Preludio d’apertura, in tonalità di la maggiore, è un lungo Adagio in cui Richard Wagner mette a fuoco per la prima volta quella tipica forma “ad arco” che avrebbe riutilizzato di lì a poco nell’esordio del Tristano e Isotta: la musica, di estrema delicatzza timbrica, sembra infatti risuonare da infinite distanze, prima di raggiungere un culmine possente di intensità e infine dissolversi lentamente nel crepuscolo di un lungo “pianissimo”.

Durante i primi anni della sua carriera, Richard Strauss lavora soprattutto come direttore d’orchestra, si accosta alla cerchia wagneriana di Bayreuth  e si concentra, come autore, soprattutto sul genere del poema sinfonico. In particolare, Macbeth segue di alcuni anni Aus Italien op. 16 e si intreccia, per quanto riguarda la cronologia delle opere, con la concezione del Don Juan op. 20. Dopo avere ultimato nel 1888 una prima stesura dell’opera, che gli sembrava troppo “luminosa” ne realizzò una nuova versione, maggiormente focalizzata sul destino di Macbeth e di sua moglie, la cui prima esecuzione ebbe luogo a Weimar nel 1889. Come osserva Qurino Principe, per “un sapiente disegno del caso”, alcune settimane dopo “sarebbe stata presentata a Budapest un’altra composizione desinata ad aprire una serie gloriosa: la Prima Sinfonia di Gustav Mahler”. Rappresentato a Dresda nel 1911, Il Cavaliere della rosa inaugura invece la fase centrale delle creatività di Richard Strauss e si confronta, grazie al magnifico libretto di Hugo von Hofmannstahl, con i temi – destinati a divenire cruciali – dello scorrere del tempo e della fugacità dell’esperienza umana. L’opera è ambientata nell’Austria felix della metà del Settecento: la partitura è tuttavia pervasa da continue allusioni al valzer viennese, che al tempo di Mozart non esisteva ancora ma che assume, agli occhi del compositore, il carattere di una struggente evocazione del paradiso perduto.

NOTE D’AUTORE

Nato a Shangai Xu Zhong è stato allievo di Dominique Merlet al Conservatoire National Supérieur de Musique di Parigi e ha studiato direzione d’orchestra con Xiaotong Huang. Oltre ad essere uno dei più famosi pianisti cinesi a livello internazionale, è anche fondatore e Direttore artistico del Concorso di Shangai, Direttore musicale della Shanghai Philharmonic Orchestra e della Shanghai Sinfonietta e Chef Guest conductor della Kbs Symphony Orchestra. Nel corso della sua carriera ha collaborato fra gli altri con Paul Badura-Skoda, Lazar Berman, Neeme Järvi e Jian Wang. Vincitore di numerosi concorsi internazionali, tra cui il Concorso di Tokyo e il Concorso “Cajkovskij” di Mosca, Xu Zhong fa parte del comitato artistico dello Shanghai Grand Theatre e ha diretto La Cenerentola di Rossini nell’ambito delle cerimonie di inaugurazione dell’Expo di Shanghai.

L’Orchestra del Teatro Massimo “Vincenzo Bellini” di Catania costituisce da oltre sessant’anni uno dei principali punti di riferimento della vita culturale siciliana. In particolare, l’Orchestra è costituita da 98 elementi ed è stata diretta da artisti come Richard Bonynge, Sergiu Celibidache, Gianandrea Gavazzeni, Lorin Maazel, Riccardo Muti, Giuseppe Sinopoli, sir Georg Solti e Igor Strawinsky. Dopo avere inaugurato con il Requiem di Mozart la 79a Stagione 2010/2011 degli Amici della Musica (maestro del coro Tiziana Carlini), l’Orchestra si esibisce quest’anno sotto la guida del maestro Xu Zhong e con un programma dedicato al Classicismo e Romanticismo europeo.

 

lunedì 12 marzo alle ore 17.15

martedì 13 marzo, ore 21.15

Biglietti: intero € 35 / ridotto € 25 / anfiteatro € 15

I biglietti sono in vendita al botteghino del Politeama Garibaldi a partire da un’ora prima dell’inizio dei concerti.

 
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