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Vite da Gallerista. Nino Soldano

Alle FAM di Agrigento l’avventura umana e professionale del gallerista Soldano. 

E’ stata inaugurata sabato 17 settembre 2011  alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento la mostra “Vite da Gallerista. Nino Soldano”  che racconta l’avventura umana e professionale di Soldano,  gallerista siciliano trasferitosi a Milano negli anni Sessanta e la lunga parabola dell’arte contemporanea italiana, ripercorrendo parte della stagione felice di Gibellina, la nascita del suo Museo d’arte contemporanea – che dopo la prima donazione di Soldano oggi raccoglie 1800 opere – e l’epopea delle Orestea del 1984 con le straordinarie macchine sceniche di Arnaldo Pomodoro e i testi di Eschilo tradotti dal greco in siciliano da Emilio Isgrò.

Installazione di Elio Marchegiani. Da sinistra Nino Soldano, Antonino Pusateri

Curata da Marco Meneguzzo per conto dell’associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento guidata da Antonino Pusateri, la mostra delle Fabbriche Chiaramontane è stata omaggiata sabato sera dalla presenza di un pubblico accreditato di rappresentanti istituzionali, collezionisti, giornalisti specializzati e appassionati d’arte contemporanea. Fra i visitatori numerosi artisti di primo piano fra cui il maestro Elio Marchegiani, Michele Canzoneri, Umberto Mariani, Rossella Leone, Claudio Verna, Cosimo Barna e Milo Sacchi.  Soldano, nel salutare gli ospiti, ha lanciato un messaggio alle istituzioni del territorio perché “non abbandonino il progetto di ricostruzione di Gibellina nel segno dell’arte e del teatro”.

Da sinistra:Verna, Soldani, Pusateri, Marchegiani, Barna, Meneguzzo, Sacchi, Mariani, foto Pitrone

 “Una mostra pilota – commenta il presidente Antonino Pusateri –  che indaga il ‘sistema dell’arte’ e indugia sulla figura mai totalmente esplorata del gallerista e degli artisti che, come satelliti, gravitano intorno a lui. Una prima sperimentazione che, nelle nostre intenzioni, diverrà un appuntamento costante delle Fabbriche Chiaramontane”.

In primo piano bozzetto macchina scenica di Pomodoro per Gibellina, da sinistra: Pusateri, Soldano, Meneguzzo

Da Meneguzzo un ringraziamento particolare alla memoria di Ludovico Corrao, recentemente e tragicamente scomparso, che nei mesi ha preso parte attivamente alla realizzazione del progetto: numerose, infatti, le opere in prestito dal Museo d’Arte Contemporanea di Gibellina.

 Quattro le fasi individuate da Meneguzzo, critico d’arte e docente dell’Accademia di Brera a Milano – che per le FAM ha firmato le ricognizioni attraverso l’Astrattismo (Astrazione Siciliana, 2010) e l’Arte Concettuale (Sulla Parola, 2011) – per l’indagine su Soldano di cui documenta l’incessante attività di ricerca e di proposta culturale a Milano e nella sua Sicilia, cui è sempre rimasto legato partecipando attivamente a progetti di impegno civile come quello del Museo di Gibellina. Si comincia con “La protesta”, per il periodo del ’68; quindi “L’Analisi” che raccoglie le opere del periodo analitico; poi “La Sicilia” con gli artisti suoi conterranei che Soldano ha promosso e sostenuto a Milano; e infine “Fuori Schema” dove sono riunite le opere come quelle di Isgrò, Chiari e Plessi non catalogabili. La mostra è corredata da un catalogo pubblicato da Silvana Editoriale. Media partner delle FAM è Class Editori di Milano.

 
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