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Ilaria Caputo eleganza e creatività

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Quattro passi in cortile -olio e acrilico su tavola – 60 x 80

Una commistione di materiali, dal bronzo alla terracotta, dall’acrilico all’olio. La padronanza di pittura, scultura e disegno fanno di Ilaria Caputo un’artista completa. Opere diverse, tecniche diverse, stili diversi che hanno un comune denominatore: una grande eleganza. Esplosioni di colore o tinte più spente, contrasto fra toni opachi e colore.  In alcune opere i paesaggi sono sospesi, senza tempo, rarefatti, avvolti di quiete,  osservando le opere di Ilaria Caputo si viene quasi trasportati in un’altra realtà.  Nelle opere sui miti vi è un vagheggiamento del mondo classico perduto, ma a volte i miti quasi si proiettano sulla realtà e l’uso della scultura inserita nell’opera sembra quasi costituire un ponte con questa, l’opera d’arte attraverso la plasticità irrompe nel reale.  I motivi floreali escono fuori dagli stereotipi, i colori sono sapientemente dosati e i soggetti nella resa miniaturistica e calligrafica acquistano energia, la forza cromatica investe lo sguardo.

Alcune tue opere pur in una rigorosa compostezza ho l’impressione che celino una certa inquietudine o tensione, mi sbaglio?

Penso che ogni opera d’arte rispecchi la personalità di chi la crea, perciò sicuramente ognuna di esse può risultare complessa – magari anche contraddittoria – e presentare diverse sfaccettature non necessariamente volute o percepite dall’autore. D’altronde, come tutti i “manufatti” umani, un quadro o una scultura vivono, in qualche modo, di vita propria, al di là della volontà e dei progetti di chi li crea. In altri termini, tutto ciò che siamo e che viviamo – consciamente e/o inconsciamente – si rispecchia in ciò che produciamo, e pertanto io credo che non ti sbagli quando cogli diversi elementi nei miei lavori.

Perché ricorre la figura del pavone, per te è un simbolo particolare o semplicemente ti piace rappresentarlo?

Il pavone è sicuramente un animale bellissimo ed elegante, e dunque, il mio è anzitutto un interesse di tipo estetico. Il fatto, poi, che questo uccello veicoli, in molte culture del mondo, significati complessi e positivi – talora rappresenta l’immortalità, talatra la rinascita ed è spesso legato ad alcune divinità e simboli astrali – per me è senz’altro un importante valore aggiunto.

Essere figlia d’arte, una situazione che ti ha aiutata oppure limitata?

Entrambe le cose: da una parte mi ha aiutata, dall’altra limitata. Frequentare un determinato ambiente fin dall’infanzia, infatti, ti offre l’opportunità di conoscere diverse persone che possono insegnarti molto e guidarti nel tuo percorso. Allo stesso tempo, però, nel momento in cui si comincia a produrre “all’ombra” di un genitore, nascono anche i paragoni che, soprattutto agli inizi, possono creare disagio e risultare piuttosto castranti, dato che, in un certo senso, tendono a cancellare la tua unicità in favore di un elemento del tutto contestuale, ossia la tua parentela con qualcuno. Col passare del tempo, comunque, se non sei solo “figlia d’arte”, i paragoni finiscono e tu vieni apprezzata, o quantomeno conosciuta, per quello che sei e che fai.

Il mondo classico così presente nelle tue opere, rimando colto o vagheggiamento di un mondo perduto?

Nella mia famiglia la formazione è di stampo umanistico, perciò il mondo classico mi ha sempre accompagnata. Quando ero piccola, per esempio, mio nonno mi raccontava le storie dell’Odissea; mio padre, d’altro canto, ha spesso rappresentato tracce, reperti e miti dell’antichità classica nelle sue opere (opere che ho potuto ovviamente, osservare fin dalla nascita). E così il mondo classico, sotto forma di racconto o di “figurazione/visione”, è sempre stato parte integrante del mio immaginario. Anche mia sorella ha fatto studi umanistici, portandomi a conoscenza di miti di altre culture. Per me, comunque, quello mitologico è un mondo sereno, una fuga dalla tumultuosa e talvolta triste vita moderna: ci sono artisti che creano spazi ideali, paesaggi metafisici in cui rifugiarsi. Per me questo compito è assolto dal mito, che è un qualcosa di vivo e pulsante, uno spazio ideale – seppur impossibile –, la mia piccola oasi felice.

Angela Sclafani

 

OPERE E RECENSIONI

Ilaria Caputo:tra natura e cultura

Bellezza, Leggiadria, Spiritualità: Arte che riflette lo splendore della Natura e del Divino; rendendo visibile l’artificio, nato per aderire ad Essi ed interpretarLi: sicché il modo non è mai imitativo, anche quando il “modello” sembra una riproduzione perfetta.
L’incontro di Ilaria Caputo con la Bellezza, la Leggiadria, la Spiritualità è adesione a quel valore di Bene che l’espressione artistica produce quando il disegno/segno diviene con la sua forza oggettiva Idea feconda.
L’Opera di questa Artista mi ha riportato alla mente la dimensione tolstoiana di eccellenza.

◦ Fiori
Minuziosamente perfetti. Iris, lilium, agapanthus, orchidee bianche e viola, ranuncoli rosso-arancio; e poi rose e margherite, in un tripudio di colore che la tavolozza a stento contiene.
Le opere floreali – come la stessa Ilaria Caputo sottolinea – sono, di fatto, “esplosioni fiorite”.
L’Artista non cerca alcuna floriografia.
Le sue composizioni sono allestimenti emozionali dove il colore assorbe le sfumature del linguaggio dei fiori e lo sottende nel pantheon naturalistico che le raffigurazioni comunicano in quanto microcosmi che cercano la corrispondenza con il macrocosmo del Creato.
La perfezione miniaturistica non è solo ornamentale: la ri-produzione è, difatti, slancio, vitalità, ricerca oltre che figurativa, conoscitiva.
Così accade, ad esempio, nella Notte, ove gli occhi della civetta, emergenti dal fosco fogliame, trafiggono il buio, alla ricerca della Luce. Lo sguardo vigile aperto esplorativo dell’uccello notturno, contro ogni credenza che lo vuole tenebroso e malaugurante, sembra, invece, richiamare il suo status mitico di animale caro a Atena/Minerva dea della Sapienza.
Del resto l’esplorazione dell’antichità classica è un tratto distintivo dell’Artista, devota, nella sua formazione, alle matrici greco-romane della nostra Cultura di Occidente.

◦ Miti
Il mito è “storia vera”. Dalla voce aedica di Omero discende l’epica del popolo greco nel suo tempo favoloso. La cultura dell’Oralità trasmette i nuclei rapsodici che diventano testi mitopoietici.
L’Artista, qui, dà esemplarmente forma a Circe la maga ammaliatrice la cui pozione rende preda gli uomini di un Eros che spegne sentimento ed intelletto; e ad Ulisse/Odisseo rappresentato con il profilo ambiguo pencolante tra umana debolezza e volontà vittoriosa.
Il fatto è che Ilaria Caputo non solo conosce il valore del mito, ma ne coglie il linguaggio criptico e il contenuto simbolico, sicché ogni rappresentazione figurativa ne diviene sintesi esplicativa.
Accade per Grecia ove il profilo del Guerriero in abbinamento con la Colonna Ionica propone addirittura lo stereotipo della Classicità; e accade ancora in Persefone ove la presenza del melograno spaccato a metà, ricorda il nucleo dei sei semi, mangiati e dei sei semi rifiutati dalla Dea della Natura: da cui il gioco dell’alternanza tra Morte e Vita; tra l’oscurità del sottosuolo e la solarità della Rinascita. E così, ancora, in Pandora ove lo scrigno assorbe lo sguardo di una Dea incuriosita e perplessa: laddove l’apertura dello stesso renderà gli uomini infelici con la Speranza quale ultimo baluardo.
Rispetto ai miti, soggetti significanti, le composizioni di Ilaria Caputo sono ri-proposizioni rituali.
Così in Lilith e in Paesaggio Ventoso ove emerge la centralità della figura femminile nel suo valore matriarcale: eco di quella “civiltà della Madre” che, quale esaltazione poetica della Storia, pone a base dello sviluppo della Cultura tout court l’assioma tra fertilità della Terra e Fecondità della Donna. Però è il Vento. Vento che similare al biblico Rouah è sinonimo di potenza virile e della forza del “Logos”. L’Artista rappresenta, cioè, nel suo linguaggio, la necessità di contrapporre all’Eros ancestrale, all’amore madre-figlio, all’Unità del tutto indivisibile con la Natura, propri del Principio Femminile, il Principio Maschile della razionalità e dell’equilibrio, ai fini della stabilità dell’Essere. Altrimenti, come nel Mito di Apollo e Dafne, ogni relazione che non nasca dal controllo non può che produrre dolore e vittime. Non a caso, Ilaria Caputo legge la Ninfa nell’attimo in cui pur di sottrarsi al cupio dissolvi, chiede di essere trasformata in un albero di alloro.

◦ La complessità del pensiero mitico e lo sforzo nel rappresentarlo sono, dunque, la cifra stilistica di questa giovane artista che pur nella diversità delle tecniche costruisce la sua unità creativa simbolista con coerenza, eleganza, precisione nei particolari, armoniosa proporzione figurativa nella scelta dei colori, dei fondali, delle pose; come nelle linee dei volti e nel movimento dei corpi, coperti da morbidi panneggi.

Prof.ssa Annamaria Amitrano

 

 

DSC01207Ilaria Caputo nasce nel 1977 a Palermo, dove intraprende e completa con successo la sua formazione artistica, conseguendo col massimo dei voti la laurea in scultura presso l’Accademia di Belle Arti. Parallelamente, la giovane artista sviluppa e diversifica i suoi interessi grazie alla realizzazione di lavori per committenti privati, da cui scaturisce una continua ricerca tecnica che le permette di maturare un’esperienza vasta e differenziata. Fin dai primi anni d’attività, inoltre, Ilaria è impegnata in molteplici collaborazioni con diversi artisti e in progetti differenti. La curiosità esplorativa della Caputo – operante sia sui materiali sia a livello simbolico – è ampia, come dimostrano le sue opere che, in bilico tra tradizione e innovazione, suscitano un notevole interesse a livello critico fin dalle prime esposizioni. A livello concreto, tale curiosità le permette di spaziare dalla scultura al disegno alla pittura, dando spesso vita a opere in cui l’ibridazione fra materiali e tecniche diverse si fonde in progetti allo stesso tempo armonici e incisivi. Si può così assistere a una parabola espressiva, in cui dall’uso quasi esclusivo della terracotta, si passa all’irrompere dei colori del dipinto a olio o delle parti in metallo frammisti all’austerità del monocromo della materia fittile, in opere definibili quali “pittosculture”. Oggi la sua produzione comprende dipinti a olio e acrilici, sculture in terracotta, bronzo e gesso e ritratti realizzati con tecniche diverse (pittura a olio, disegno, terracotta, incisione su zinco). A livello simbolico, tale impulso di ricerca crea un immaginario complesso pur nella nitidezza di forme, linee e colori, in cui ricorre con prepotenza il tema della memoria, frequentemente declinato in elaborazioni del mito in cui la metamorfosi ha un ruolo protagonista. Il ricordo, il mito, la metamorfosi e il frammento, interpretati come differenti facce di uno stesso prisma, sono appunto i segni più immediati dell’opera dell’artista, e segnano, pur nel variare della tecnica espressiva, un continuum fra le prime esposizioni della giovane e quelle più recenti. Lo spiccato interesse dimostrato da Ilaria verso l’esperienza del reale ben si presta – e, allo stesso tempo, si esprime – nei numerosi ritratti realizzati, in cui l’attenzione per i dettagli e la precisione del tratto danno vita a opere raffinate e vivaci. Nella versatile produzione dell’artista troviamo anche opere sacre, soprattutto delle Natività, con cui ha partecipato a diverse mostre collettive sul tema. Una sua opera è conservata presso il Museo degli Angeli di Brolo (ME). Accanto alla produzione maggiore, Ilaria ha realizzato disegni, illustrazioni e tavole per volumi d’arte (“Federico II Re di Sicilia”, “De Arte Venandi Cum Avibus” e “Kumarasambhava – L’origine del giovane dio” per la Luxury Collection, “Arte e scienza nei castelli federiciani” e “San Francesco e Federico II- i pilastri del Medioevo” per la LC edizioni).

Esposizioni personali

“Tra caduche bellezze e fugaci forme”, Biblioteca etnostoria “E. Vittorietti”, Complesso Steri Palermo

2014 (dall’11 maggio al 22 giugno)
“Tra cielo, fronde e mare-Tavole e acquarelli per volumi d’arte”, Biblioteca “E. Vittorietti” Complesso Steri Palermo

2014 (dal 23 marzo al 27 aprile)
“Trame di carta di carta ed altro ancora…Corredi iconografici per volumi d’arte”, Biblioteca “E. Vittorietti” Complesso Steri Palermo

2013 (dal 19 gennaio al 9 febbraio)
“Tra realtà sognate e placidi ricordi”, Galleria Lupo’Art, Palermo

2013-2012 (dal 5 dicembre al 6 gennaio)
“Tra sogni, miti e ricordi”, Palazzo Sant’Elia, Palermo

2011 (dal 5 al 18 febbraio)
“Mitici appunti”, Complesso monumentale Guglielmo II, Monreale, Palermo

2006 (dal 15 al 30 settembre)
“Di tempi, luoghi e figure”, Galleria Agorà-spazio contemporaneo

Esposizioni collettive

2014 “I Carabinieri nella storia”, mostra itinerante: Oratorio Maria SS del Rosario, Valledolmo (Palermo); Centro polivalente, Nissoria (Enna); Castello La Grua Talamanca, Carini (Palermo)

2014 (dall’8 al 14 marzo)
“Da donna a donna” , Cripta San Giorgio dei Genovesi, Palermo

2014 (dall’8 al 31 marzo)
“L’Arte e la donna”, Centro d’Arte Moderna Agatirio

2014 (dal 14 al 27 febbraio)
“Nel segno dell’amore-premio critico d’arte Giuseppe Mendola”, Cripta San Giorgio dei Genovesi, Palermo (vincitrice del premio)

2013 ( dal 15 al 21 dicembre)
“Arte, fede e speranza”, Chiesa di San Biagio, Mistretta (Messina)

2013 (dal 3 al 30 novembre)
“Arte, fede e speranza”, Museo degli Angeli”, Sant’Angelo di Brolo (Messina)

2013 (dal 6 al 13 ottobre)
“Arte, fede e speranza”, San Giorgio dei Genovesi, Palermo

2013 (dal 7 al 9 giugno)
“I colori della Costituzione”, Piazza San Domenico, Società siciliana per la Storia Patria, Complesso dei Domenicani, Santa Barbara, Palermo

2013 (dall’11 giugno al 15 luglio)
“I colori della Costituzione”, L’altro, Arte Contemporanea, Palermo

2013-2012 (dal 24 dicembre al 6 gennaio)
“Presepi D’Italia”, Massa Martana, Perugia

2012 (dal 2 febbraio al 2 marzo)
“Prisca Sapientia”, Loggiato San Bartolomeo, Palermo

2012-2011
“Collettiva di Natale”, Lupo ‘Art, Palermo

2011 ( dal 14 novembre al 23 dicembre)
“Made in Sicily, Albergo dei Poveri, Palermo

2011 (dal 16 luglio al 18 settembre)
“Made in Sicily”, Galleria d’arte Moderna Le Ciminiere, Catania

2011 (dal 22 maggio al 25 giugno)
“Fuggi amato mio sopra i monti dei balsami”, Casa della Divina Bellezza, Forza d’Agrò, Messina

2010 (dall’8 al31 marzo)
“L’arte e la donna connubio di bellezza”Centro d’Arte Moderna Agatirio, Capo d’Orlando, Messina

2010-2009 (dal 19 dicembre al 6 gennaio)
“La terracotta nell’arte del Presepi in Sicilia”- XV edizione, Palazzo Corvaja, Taormina

2009-2008 (dicembre 2008- gennaio 2009)
“Sulle ali di un angelo”, Sale espositive di Piazza Europa, Montedoro (Messina)

2009 (gennaio-febbraio)
“Sulle ali di un angelo”, Galleria d’arte Studio 71, Palermo

2009 (marzo-aprile)
“Sulle ali di un angelo”, Galleria di Palazzo del Carmine, Caltanissetta

2008 (dal 17 novembre al 15 dicembre)
“Gli Intellettuali del ‘900”, Palazzo dei Leoni di Messina

2009-2008 (dal 19 dicembre al 6 gennaio)
“La Terracotta nell’arte del Presepe in Sicilia”, Ex Chiesa del Carmine, Taormina

Edizioni dal 2001-2002 al 2007-2008 di “La terracotta nell’arte del Presepi in Sicilia”, Fondazione Mazzullo, Taormina

Edizioni dal 2005-2006 al 2013-2014 (dal 24 dicembre al 6 gennaio)
“Presepi D’Italia”, Massa Martana, Perugia

2003-2004
“Arte e tradizione del Presepio nella nuova Europa” Fondazione Metropolitan, Milano

2004-2005
“EuroNatale” Cattedrale di San Francesco, Lubiana, Slovenia

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Esplosione fiorita – olio e acrilici su tavola – 80×70 – 2014

 

Pandora

Pandora -matita su terracotta – 48x75x19 – 2012

 

Notte

Notte -olio e smalto su tavola – 2010

Leda e il cigno

Leda e il cigno – matita su terracotta e terracotta patinata – cm 56 x 58,5 – 2012

 
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