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A Messina il sogno di una notte di mezza estate

Leo Gullotta in scena con “Sogno di una notte di mezza estate” il capolavoro di Shakespeare al Vittorio Emanuele di Messina,  dal 9 al 13 gennaio. Regia e adattamento di Fabio Grossi, produzione dello Stabile di Catania

Leo Gullotta con “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare inaugura mercoledì 9 gennaio (repliche fino a domenica 13 gennaio) la stagione di prosa dell’Ente Teatro di Messina. Nel ruolo di Bottom il grande attore siciliano dà vita a una versione “riveduta” e adattata del capolavoro scespiriano, prodotta dallo Stabile di Catania. Dopo il Falstaff delle “Allegre comari di Windsor”, stavolta Gullotta, scegliendo insieme con il regista Fabio Grossi “Sogno di una notte di mezza estate”, torna al grande autore inglese con uno spettacolo in cui magia e realismo, sogno e volgare vita quotidiana, amori tormentati e scambi di persone, fiaba e folletti si incrociano su più livelli. «Il “Sogno” – dice Gullotta – è un’opera multiforme, carica di segni, complessa. Grossi e io abbiamo pensato che la pièce proponga al pubblico quattro livelli di riflessione che interagiscono: il Potere, rappresentato da Teseo; la Realtà con Bottom e il suo mondo di operai, emigrati, rozzi e buzzurri ma concreti, semplici e felicemente creativi; il Demoniaco con Puck, le fate, i sortilegi, che si presenta con le immagini fetish e che rappresenta l’inconscio, l’irrazionale, le pulsioni sotterranee all’agire dell’uomo; infine l’Amore, la sua follia e i suoi inganni con le due coppie di innamorati che vengono messe alla prova prima di riconciliarsi».

Traduzione e adattamento sono firmati dallo stesso Grossi e da Simonetta Traversetti, scene e costumi di Luigi Perego, musiche originali di Germano Mazzocchetti, coreografie di Monica Codena, luci di Franco Buzzanca. Gullotta è affiancato da Mimmo Mignemi. Emanuele Vezzoli, Leonardo Marino e – in ordine alfabetico – da Fabrizio Amicucci, Ester Anzalone, Alessandro Baldinotti, Valeria Contadino, Adriano Di Bella, Salvo Disca, Antonio Fermi, Luca Iacono, Marina La Placa, Liliana Lo Furno, Fabio Maffei, Federico Mancini, Sergio Mascherpa, Irene Tetto, e poi Massimo Arduini, Francesco A. Leone, Marzia Licciardello, Maurizio Logeri, Rachele Petrini.

NOTE DI REGIA

Siamo ad Atene, ma l’autore non ci spiega di quale Atene vuole trattare …. L’Atene Greca o una Atene collocata nel Mondo?… Quella antica o quella della sua epoca?… Certo la citazione del Popolo delle Amazzoni potrebbe farci intendere … ma lo stesso appellativo di Duca ci devia dall’intesa!
Ho voluto concentrarmi su una città della logica, del pensiero, della matematica , dell’arte …. Così, raccontando in sintesi, potrò trovare tra le linee del ragionamento, colorati polimorfismi che animeranno logiche di sintesi con l’approssimazione dell’umano agire.
Blocchi di vita che animeranno blocchi di materia, raccontando una storia, anche se pur tanto raccontata, mantiene sempre alto l’interesse dello spettatore.
La fredda materia assumerà nei quadri riguardanti il mondo del fantastico, quel qualcosa che intrinsecamente appartiene alla Nostra Materia : quella radiazione di calore, di colore e di energia che fa proprio di questa la fantastica unicità cosmica che la contraddistingue.
I fatti dell’umano han sempre quel qualcosa di magico, di misterioso, di fantasticamente colorato o triste, che da sempre ha intrigato nobili o semplici pensatori. Ed è proprio quell’aspetto scuro che interesserà la nostra lettura: personaggi portati al limite, l’altra faccia della medaglia.
La struttura drammaturgica si dipana su tre livelli ben precisi, tanto di far sì che possano vivere di luce propria o al contempo riflessa.
La Corte rappresenterà il potere, i Comici la semplicità del volgo, i Giovani l’Amore e i Magici quel mondo fantastico che tanto intimorisce quanto affascina.
L’imperscrutabilità dell’Animo verrà così trattato esaltandone la valenza, di volta in volta proposta attraverso i vizi, i pregi, le risse, le pacificazioni, i pianti e le risa dei Nostri protagonisti.
Tèseo un vecchio Principe (Duca) che s’interroga sul Potere e sull’atteggiamento del popolo nei confronti di questo, all’alba della condivisione del talamo con Ippolita, Regina delle Amazzoni.
Oberon, Puck e Titania rappresenteranno il Sogno dell’Uomo che, pur’anche idealizzato, si mostrerà litigioso ed incoerente come se il magico scintillio sia solo un’opzione registica.
Bottom, rozzo e burbero artigiano, rappresenterà l’improvvisazione di una mente rapida che saprà coniugare l’utile con il dilettevole, attraverso un animo critico e scontento che lo porterà, a suo modo, a considerare quell’indole umana, che in maniera variata e sfaccettata sarà rappresentata nella commedia. Forza lavoro che, assieme ai suoi compari d’avventura, rappresentano il motore della società, strizzando l’occhio all’oggi, palesando una differenza stilistica che realizza un originale glossario.
Attraverso passaggi musicali s’ottempererà la definizione d’un ventaglio di sentimenti: per citare Sant’Agostino “Chi canta prega due volte”.
Ecco, così si snoderà quest’idea di rappresentazione: un inizio lasciato all’Opportuno Ragionamento (Tèseo) e un finale affidato alla Ragione Opportuna (Bottom).

Fabio Grossi

 

Mercoledì 9,  venerdì 11 e sabato 12 gennaio ore 21.00;

giovedì 10 e domenica 13 gennaio ore 17.30

Biglietti: platea 30 euro (ridotto 23), prima galleria 20 euro (15), seconda galleria 8 euro (5)

 
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