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“Indagini transnazionali e tutela dei diritti fondamentali in materia penale”

Bilancio positivo per il convegno “Indagini transnazionali e tutela dei diritti fondamentali in materia penale”che si è svolto dal 30 maggio al 1° giugno presso il Grand Hotel Minareto di Siracusa.

 

Armonizzare gli ordinamenti giuridici su scala europea e internazionale, pur nel rispetto delle diversità nazionali, per garantire la più ampia tutela dei diritti della persona nel processo penale e creare procedure più efficaci e flessibili per acquisire informazioni e prove nelle indagini transnazionali. Sono queste le proposte emerse dal convegno internazionale  organizzato dal Consorzio Universitario Megara Ibleo, dall’Università di Messina e dalla Fondazione Bonino Pulejo, con il patrocinio del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) di Catania, dell’Ordine degli Avvocati di Siracusa e dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati (Aiga) di Messina – ha analizzato, con l’intervento di specialisti provenienti da tredici paesi, gli strumenti sovranazionali già esistenti e i progetti di armonizzazione delle legislazioni europee con l’obiettivo di migliorare la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo nelle indagini transnazionali.

Il convegno si è aperto con il  ricordo di Vittorio Grevi e Giovanni Tranchina, due “maestri” della Procedura penale italiana : «Il contributo dei due illustri studiosi – hanno ricordato i professori Giulio Illuminati, Antonio Scaglione e Giuseppe Di Chiara – è stato determinante per l’evoluzione di questa materia. Il rigore del metodo e la signorilità di entrambi rendono la loro perdita insostituibile».

Gli interventi dei relatori, attraverso l’analisi delle problematiche legate all’assistenza giudiziaria transnazionale e delle prospettive d’intervento su scala europea e internazionale, hanno messo in luce la necessità di più accettabili bilanciamenti tra le esigenze repressive e la tutela dei diritti fondamentali per i soggetti coinvolti in processi dalle dimensioni transfrontaliere.

In particolare, l’attenzione degli studiosi si è incentrata sulla necessità di mettere a punto procedure più efficaci e flessibili per l’acquisizione di informazioni e prove da altri paesi rispetto alle tradizionali rogatorie. Nel contesto europeo, la realizzazione di un’area comune di sicurezza e giustizia fondata sulla mutua fiducia tra le giurisdizioni può tradursi in realtà solo attraverso l’armonizzazione degli ordinamenti che, pur nel rispetto delle diversità nazionali, definisca parametri di alta qualità per la più ampia tutela dei diritti della persona nel processo penale.

 

 
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