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PROGETTO E IMMAGINE scatti di architettura sostenibile

Successo alla Cavallerizza di Palazzo Sambuca di Palermo per la tavola rotonda sull’architettura contemporanea in Sicilia organizzata da IN/ARCH Sicilia e SCAU Studio

«Un evento che ci stimola, una tavola rotonda per fare il punto sull’architettura. C’è molto da scoprire sulla nostra Isola, ma per raggiungere la contemporaneità, dobbiamo stabilirne le strategie». Così Franco Porto, fondatore e presidente della sezione siciliana dell’Istituto Nazionale di Architettura, ha introdotto il tema della tavola rotonda “Nuova Architettura per una Sicilia contemporanea: quali strategie?”, tenutasi venerdì 12 novembre presso la Cavallerizza di Palazzo Sambuca a Palermo . Durante l’evento è stato presentato anche il volume “SCAU Studio. Opere e Progetti”, edito da Edilstampa con foto di Giovanni Chiaramonte. La serata ha concluso in maniera ideale la trasferta palermitana dello studio catanese, che a fine ottobre ha allestito la mostra “SCAU Studio / Giovanni Chiaramonte. Progetto e immagine” a palazzo Chiaramonte-Steri grazie alla collaborazione con l’Università di Palermo.


Davanti a un pubblico numeroso e attento, dopo i saluti degli enti patrocinatori (l’Ordine degli Architetti P. P. e C. di Palermo, l’Ordine degli Ingegneri di Palermo e Panormedil  Scuola Edile di Palermo) e di Marco Giammona (presidente della Fondazione Sambuca) si sono susseguiti gli interventi dei relatori, coordinati da Franco Porto.

«SCAU Studio riesce a coniugare insieme, in maniera profonda, l’aspetto tecnico a quello architettonico. Nella sua opera si coglie la capacità di assimilare i grandi maestri dell’architettura moderna, sviluppando un linguaggio proprio». Così Antonietta Iolanda Lima (docente ordinario di Storia dell’Architettura dell’Università di Palermo e membro nazionale dell’In/Arch) ha descritto il modus operandi dello Studio che fa base ad Acireale. «Oggi, l’architettura deve essere responsabile e il lavoro di SCAU Studio lo è». Parlando, poi, dello stato dell’architettura contemporanea siciliana, la professoressa Lima individua una parola d’ordine: «sostenibilità sociale».

Per Maurizio Carta (docente ordinario di urbanistica della facoltà di Architettura di Palermo ed assessore del Comune di Palermo con delega al piano strategico, al centro storico, alla riqualificazione urbana della costa e ai rapporti con l’università) «è bene riflettere sull’architettura in Sicilia, a patto che non sia mera retorica. La Sicilia è entrata nella contemporaneità? Non ancora! Prima di tutto deve cambiare il rapporto con i committenti, ripensandone l’identificazione. Cambiano anche gli stili di vita e i modi di abitare. Gli architetti si devono adeguare alla modernità».

Gesualdo Campo (dirigente generale del dipartimento regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana) ha notato nel lavoro di SCAU Studio la quasi assenza di committenza pubblica. «Questo Studio si presenta con  architettura costruita, non disegnata. Sono persone di cantiere». Il punto forte individuato è «la costanza di collocarsi, da contemporanei, in un’ottica moderna». Il dirigente si è anche soffermato sull’importanza dei fondi POR destinati allo sviluppo culturale, alla produzione e alla promozione dell’architettura contemporanea.

Luigi Prestinenza Puglisi (critico di architettura, direttore di Compasses, rivista internazionale di architettura e curatore del libro presentato) ha parlato del ruolo di formazione, fondamentale in un ambito come quello dell’architettura di qualità: «Al di fuori dei nuclei di eccellenza delle università, si sono diffusi professionisti interessanti come SCAU Studio, che lavorano nella realtà locale, diventando delle scuole in cui i giovani possono formarsi attirati anche dall’estero. Si deve lavorare su queste direzioni e dare delle immagini dell’architettura siciliana nuove e diverse».

Angelo Vecchio, cofondatore dello Studio, ha tratteggiato le caratteristiche principali del gruppo: «SCAU Studio nasce come una realtà pluridisciplinare con la volontà ed il piacere di fare architettura moderna in Sicilia. Se tutti se ne vanno, cosa resta qui da noi?». Fondamentale è il rapporto con il committente, la sfida della progettazione che vuol dire «cominciare un viaggio insieme, ma siamo noi che guidiamo. In Sicilia ” ha aggiunto l’Architetto bisogna essere in grado di dare segnali moderni anche con poche risorse economiche“.

Chiara Baglione (ricercatrice di Storia dell’architettura presso la facoltà di Architettura dell’Università Kore di Enna e redattrice della rivista di settore Casabella) si è concentrata sul concetto, molto spesso abusato, di architettura sostenibile: «quanto questi modelli alternativi sono operanti? Quanti sono diventati una mentalità condivisa?». La Baglione denuncia per l’Italia una incapacità a fare sistema, una debolezza che di fatto impedisce lo sviluppo dell’architettura contemporanea e frena le potenzialità degli architetti italiani. Poi è passata alla descrizione della situazione locale. «La Sicilia è un formidabile laboratorio per modelli di sviluppo alternativo, per ricchezza di competenze e studi professionali che si pongono in questa prospettiva». SCAU Studio, secondo la giornalista, fa parte di questa fucina per «il rapporto con il luogo come impegno professionale in un determinato territorio, per la conoscenza di materiali e caratteri insediativi».

Juan Ignacio Intxausti Sagasti (architetto e urbanista all’Escola Técnica Superior dell’Università di Salamanca e responsabile del settore cultura dell’ordine degli architetti di Bilbao, Spagna) ha descritto la curiosità con la quale si è approcciato ai lavori di SCAU Studio contenuti nel volume. «Ho ritrovato gli insegnamenti dei miei maestri e questo mi ha fatto riconciliare con l’architettura italiana». Poi ha concluso con una speranza: «Che occasioni come queste siano l’inizio di un recupero generale dell’architettura del Paese».

E’ toccato a Luigi Prestinenza Puglisi riassumere in chiusura i sei punti che caratterizzano l’opera di SCAU Studio: «il rapporto non mimetico con il luogo: è l’edificio che forma il luogo; l’edificio non è un oggetto isolato, ma si crea insieme ad un sistema verde che lo circonda; l’attenzione spasmodica al tema della pianta; la rivisitazione delle tecnologie locali interpretate alla contemporaneità; dettaglio e durabilità: l’architettura non è manifesto di carta, ma opere che durano nel tempo; l’apertura ai giovani».

Nelle conclusioni, affidate a Luca D’Urso (responsabile della sezione “nuove generazioni” dell’In/Arch Sicilia e membro dello Studio), sono state descritte le intenzioni primigenie che hanno spinto SCAU Studio a mettersi in gioco attraverso la pubblicazione del volume e l’allestimento della mostra: «Questo progetto non è solo fotografico, ma anche culturale. Ci siamo riscoperti attraverso gli occhi di Giovanni Chiaramonte».


 
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